
Tra le auto più rubate in Italia un marchio regna sovrano - cittapaese.it
Dati aggiornati mostrano come Fiat Panda e Fiat 500 restino i modelli più rubati, mentre Campania, Lazio e Puglia concentrano la maggior parte dei furti in Italia.
Il furto di automobili è una piaga radicata nel tessuto sociale italiano, un fenomeno che attraversa città e periferie senza segnali di calo. Ogni anno migliaia di veicoli spariscono, alimentando un mercato parallelo di pezzi di ricambio che frutta enormi guadagni ai ladri. Non si tratta solo di un danno per i proprietari: il fenomeno incide anche sulla percezione della sicurezza urbana, già fragile in molte aree metropolitane. I dati raccolti negli ultimi mesi mostrano un quadro chiaro: il marchio Fiat detiene il primato, con modelli come Panda e 500 costantemente al vertice delle classifiche dei veicoli più sottratti.
Le regioni più colpite e il peso del fenomeno sul territorio
L’analisi territoriale racconta molto della geografia criminale del furto d’auto. La Campania registra oltre 26.000 casi, una cifra che da sola rappresenta circa un quarto del totale nazionale. Napoli e la sua provincia emergono come epicentro del fenomeno, complici un’alta densità di veicoli e la presenza di reti organizzate capaci di smistare rapidamente i mezzi rubati. Subito dopo, il Lazio segna quasi 17.000 furti, concentrati soprattutto nell’area romana. Qui, l’intreccio tra grande mobilità urbana e presenza di gruppi criminali rende le auto un obiettivo quotidiano. La Puglia, con circa 15.000 casi, conferma il ruolo centrale di Bari e Foggia, territori in cui i ladri agiscono con modalità seriali, puntando a modelli facilmente rivendibili.

La mappa dei furti prosegue con Sicilia e Lombardia, che insieme agli altri territori citati superano l’80% del totale nazionale. Questo significa che la maggioranza dei furti avviene in poche aree, dove il tessuto sociale ed economico offre terreno fertile alla ricettazione. Il dato più allarmante non riguarda solo i numeri, ma l’impatto sul quotidiano: assicurazioni costrette a sostenere costi crescenti, cittadini che vedono lievitare i premi e un clima diffuso di insicurezza. Non a caso, associazioni dei consumatori segnalano un aumento di richieste di informazioni su sistemi antifurto satellitari, blocca sterzo e dispositivi aggiuntivi, segno che i cittadini cercano soluzioni autonome a un problema percepito come irrisolto.
I modelli più rubati e il ruolo del mercato nero dei ricambi
Il primato dei ladri va alla Fiat Panda, con oltre 12.500 vetture sottratte. Segue la Fiat 500, che sfiora quota 6.000, confermando quanto i modelli italiani siano i più esposti. Subito dopo compaiono la Fiat Punto, la Lancia Ypsilon e la Fiat 500L, a chiudere la top five. Non mancano altri modelli di rilievo: l’Alfa Romeo Giulietta, la Smart Fortwo, la Citroën C3 e la Volkswagen Golf, tutti veicoli che per diffusione e facilità di smontaggio finiscono sotto il mirino dei ladri. Anche i SUV non sfuggono al trend. La Fiat 500X con circa 2.000 furti e la Jeep Renegade con 1.650 episodi confermano che neppure la tecnologia avanzata può garantire protezione totale. Sistemi di sicurezza elettronici vengono spesso neutralizzati da strumenti di ultima generazione, usati con destrezza da bande ben organizzate.
Alla base di questa “caccia” c’è la logica del mercato nero dei ricambi. I modelli diffusi offrono maggiori opportunità: i pezzi vengono smontati e venduti a officine compiacenti o tramite canali paralleli difficili da tracciare. Alcuni ricambi, come fanali, centraline e componenti di carrozzeria, trovano immediatamente acquirenti, soprattutto se provengono da auto popolari. Il fenomeno si traduce in un costo sociale enorme. Le assicurazioni devono coprire i risarcimenti, i cittadini pagano premi più alti e le forze dell’ordine sono chiamate a contrastare organizzazioni sempre più ramificate. Da tempo si chiede un intervento mirato, che unisca nuove tecnologie a un controllo capillare del territorio. La cooperazione tra autorità e cittadini resta cruciale: senza segnalazioni tempestive e una maggiore cultura della prevenzione, i furti continueranno a rappresentare una delle emergenze urbane più difficili da arginare.