
Riunione di condominio, attenzione: ecco cosa rischia chi non si presenta - cittapaese.it
La mancata partecipazione alle riunioni di condominio può comportare multe, sospensione del voto e azioni legali. Ecco cosa prevede oggi la legge italiana.
La riunione di condominio rappresenta uno dei momenti centrali nella vita di ogni edificio condiviso. È l’occasione in cui i proprietari discutono la gestione degli spazi comuni, approvano spese, decidono interventi di manutenzione e nominano o revocano l’amministratore. Secondo la normativa italiana, ogni condomino ha non solo il diritto di partecipare, ma anche un obbligo implicito di presenza o, quantomeno, di farsi rappresentare da un delegato. L’obiettivo è garantire che le decisioni collettive riflettano la volontà di chi contribuisce alla vita condominiale e alla gestione economica dello stabile. Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha ribadito l’importanza di questo principio, chiarendo che l’assenza ingiustificata alle assemblee può essere considerata un comportamento negligente, capace di ostacolare il buon funzionamento dell’amministrazione condominiale. In casi ripetuti o particolarmente gravi, il condomino assente può anche essere soggetto a sanzioni pecuniarie o limitazioni nei diritti di voto.
Cosa dice la legge sulla mancata partecipazione
L’obbligo di partecipazione deriva direttamente dall’articolo 1136 del Codice Civile, che disciplina il funzionamento delle assemblee, e dall’articolo 66 delle disposizioni di attuazione, che regola le modalità di convocazione. Una riunione è valida solo se convocata in modo corretto e con un preavviso sufficiente, indicante luogo, data e ordine del giorno. Se la convocazione rispetta questi criteri, il condomino chiamato a partecipare non può giustificare la propria assenza come “non informato”. Quando le assenze diventano reiterate, l’amministratore può segnalare il comportamento al giudice o applicare quanto previsto dal regolamento interno. Alcuni regolamenti condominiali includono già specifiche sanzioni economiche, generalmente comprese tra 50 e 200 euro, per i condomini che non partecipano o non delegano la propria presenza. È una misura che mira a responsabilizzare i proprietari e a ridurre l’abbandono gestionale delle assemblee.

Oltre alla multa, la mancata partecipazione costante può comportare la sospensione temporanea del diritto di voto nelle successive riunioni, soprattutto se l’assenza pregiudica il raggiungimento del quorum necessario per deliberare. In casi estremi, quando l’inerzia di alcuni condomini ostacola la gestione ordinaria o straordinaria, è possibile avviare azioni giudiziarie per tutelare l’interesse comune dello stabile. Va chiarito che le decisioni prese durante un’assemblea restano valide anche in assenza di alcuni condomini, purché la convocazione sia avvenuta in modo regolare. Chi non partecipa, però, perde la possibilità di influire sulle decisioni economiche o strutturali che riguardano il condominio e di contestarle successivamente, se non per vizi formali.
Delega, convocazioni e nuove modalità digitali
Per chi non può essere presente fisicamente, la legge consente di farsi rappresentare da un altro condomino o da un delegato di fiducia, tramite delega scritta. Questo strumento evita sanzioni e consente di esercitare comunque il diritto di voto, tutelando i propri interessi anche in caso di impedimenti personali. L’amministratore, dal canto suo, ha l’obbligo di inviare le convocazioni nel rispetto delle tempistiche di legge (almeno cinque giorni prima della riunione) e di indicare chiaramente i punti all’ordine del giorno. Una convocazione incompleta o inviata in ritardo può rendere nulla l’assemblea e invalidare le delibere prese.
Con l’introduzione delle tecnologie digitali, molte assemblee si svolgono oggi anche in modalità online, tramite piattaforme di videoconferenza e sistemi di voto elettronico. Questa forma di partecipazione a distanza, riconosciuta dalla giurisprudenza più recente, è legittima a condizione che vengano rispettate le regole di identificazione dei partecipanti e di trasparenza nelle votazioni. È una soluzione sempre più utilizzata soprattutto nei grandi condomini delle città come Roma, Milano e Napoli, dove la partecipazione fisica risulta spesso complessa.
Negli ultimi mesi, le cause civili legate alla mancata partecipazione alle assemblee sono in aumento. Molti condomini ignorano le conseguenze legali del proprio comportamento, convinti che l’assenza non comporti alcun rischio. Eppure, in un contesto di nuove normative sulla sicurezza degli edifici e sull’efficienza energetica, il coinvolgimento diretto di ogni condomino è diventato essenziale per evitare ritardi, contenziosi e costi aggiuntivi. Oggi più che mai, la partecipazione alle riunioni condominiali non è una formalità ma un dovere civico. Chi sceglie di non esserci rinuncia a far valere i propri diritti e rischia di pagarne le conseguenze, economiche e legali, nel tempo.