
Non ritirare mai i soldi in questo bancomat: è una truffa che ti svuota il conto - cittapaese.it
In Belgio un commerciante ha perso 16.500 euro durante un deposito al bancomat: soldi spariti per 21 giorni, responsabilità tra banche e Batopin.
Inserire contanti nello sportello, attendere il segnale acustico e ricevere la conferma dell’operazione è una pratica abituale. Ma ad Alain, commerciante belga di 57 anni, questa routine si è trasformata in una trappola: il bancomat ha “inghiottito” 16.500 euro e per tre settimane il denaro è sparito nel nulla, senza ricevuta né assistenza concreta.
Il guasto al bancomat di Vilvoorde e il calvario burocratico
L’episodio è avvenuto a Vilvoorde, nelle Fiandre. Alain, titolare di un negozio di liquori e tabacchi, stava depositando sul conto KBC una somma consistente: 250 banconote da 50 euro e 200 banconote da 20 euro. Lo sportello, parte della rete Batopin – iniziativa congiunta di Belfius, BNP Paribas Fortis, ING e KBC – ha iniziato a contare le banconote per poi bloccarsi improvvisamente. La macchina ha restituito la carta, ma non il denaro. Il commerciante ha subito contattato l’assistenza, e un tecnico ha tentato di riavviare il sistema. Il risultato è stato identico: blocco del terminale e nessuna ricevuta a certificare l’operazione. Da quel momento, per Alain è iniziato un percorso tortuoso fatto di mail senza risposta e di scaricabarile tra banche e gestori degli sportelli. La sua banca, KBC, gli ha suggerito di rivolgersi a Batopin. Batopin, a sua volta, lo ha rimandato alla banca. Nel frattempo, il commerciante non aveva alcuna prova materiale del deposito, solo il ricordo delle banconote ormai intrappolate nello sportello. Per giorni si è trovato in un limbo, con informazioni contraddittorie e nessuna certezza sul destino della somma.

Il nodo principale era legato alla gestione degli sportelli: il progetto Batopin centralizza i bancomat di più istituti, riducendo i costi e aumentando l’efficienza sulla carta, ma nella pratica ha complicato la catena di responsabilità. Per i clienti questo significa tempi più lunghi e risposte spesso vaghe. Dopo 21 giorni di attesa e solleciti, la situazione si è finalmente sbloccata. Grazie alla normativa belga, che obbliga la banca del cliente a rimborsare in caso di guasto anche se il bancomat è di terzi, KBC ha riaccreditato l’intera somma sul conto di Alain, chiudendo la vicenda con un lieto fine.
Il problema dell’affidabilità dei bancomat e i rischi per i clienti
Il caso del commerciante belga è raro, ma mette in evidenza i rischi legati ai depositi automatici. L’automazione promette velocità e comodità, ma quando il sistema si inceppa può trasformarsi in una trappola costosa e frustrante. Nel caso di Alain, l’assenza di uno scontrino ha reso impossibile certificare subito l’avvenuto versamento, alimentando un senso di impotenza. Il problema centrale riguarda la responsabilità: quando i bancomat sono gestiti direttamente dalla banca, il cliente ha un unico referente. Con reti come Batopin, invece, la complessità aumenta: più attori coinvolti, iter più lunghi, clienti che finiscono in un rimbalzo burocratico. Una lentezza che nel caso di somme elevate può diventare insostenibile. Esperti del settore bancario sottolineano che episodi simili mettono in discussione la fiducia dei cittadini nelle nuove reti di sportelli condivisi. Non a caso, sempre più persone preferiscono affidarsi a banche più piccole o a filiali tradizionali, dove i depositi vengono gestiti con operatori fisici e la responsabilità è chiara.
Il caso di Vilvoorde ha mostrato anche un altro aspetto: il vuoto comunicativo. Alain ha raccontato di aver inviato più mail senza ottenere risposte chiare, mentre la cifra depositata rimaneva sospesa. La mancanza di trasparenza ha aggravato la situazione e alimentato la sensazione di abbandono. Alla fine, la legge ha imposto alla banca di intervenire, ma la domanda rimane: quante persone si sarebbero trovate in difficoltà simili senza riuscire a ottenere il rimborso? E quanti clienti, dopo episodi del genere, continueranno a fidarsi di sistemi che promettono efficienza ma mostrano falle evidenti?