
Ecco quando il call center sfora il lecito - cittapaese.it
Le autorità continuano a intensificare le sanzioni per operatori telefonici irregolari, con un’attenzione crescente verso la tutela del consumatore.
Le telefonate dei call center continuano a rappresentare una fonte di fastidio per molti consumatori italiani, spesso oltrepassando i limiti della legalità. La normativa vigente prevede strumenti per tutelarsi, ma la diffusione di pratiche scorrette rende necessario conoscere quando è possibile sporgere denuncia per reati specifici commessi dagli operatori telefonici.
La recente giurisprudenza, inclusa una pronuncia della Corte di Cassazione, ha riconosciuto in alcuni casi la configurabilità di reati anche gravi, come lo stalking telefonico, ampliando così le possibilità di tutela degli utenti.
Le principali fattispecie di reato nei call center
Numerosi sono gli illeciti che possono derivare dalle telefonate commerciali indesiderate o ingannevoli. Ecco i cinque reati più frequenti per cui è possibile procedere penalmente:
1) Molestie telefoniche
Il reato di molestie si configura quando l’operatore telefonico arreca disturbo in modo persistente e ingiustificato. Non tutte le chiamate indesiderate sono da considerarsi moleste, ma diventano tali quando la frequenza è eccessiva, come il contatto quotidiano a orari improponibili o ripetuti tentativi privi di valida motivazione. La legge tutela il consumatore da queste condotte petulanti, che possono essere denunciate.
2) Stalking tramite telefono
Rappresenta un livello superiore di molestia, caratterizzato da chiamate reiterate tali da creare uno stato d’ansia nel destinatario e modificarne le abitudini di vita. La Corte Suprema ha sancito che, in caso di continuità delle telefonate da parte dello stesso operatore, si possa configurare il reato di stalking. Tuttavia, questa situazione si riscontra prevalentemente nei call center di recupero crediti, dove la ripetizione delle chiamate è più sistematica.

3) Sostituzione di persona
Uno dei reati più comuni è la falsa rappresentazione dell’identità da parte degli operatori, che spesso si spacciano per rappresentanti del fornitore di servizi ufficiale, come compagnie telefoniche o energetiche. Tale menzogna costituisce un illecito penale, in quanto inganna il consumatore e viola il principio di trasparenza. Gli operatori professionali sono invece tenuti a fornire informazioni chiare e veritiere sulla loro identità e sull’azienda per cui operano.
4) Truffa
Si tratta di un reato più grave, che comprende sia le truffe consumate che quelle tentate. Gli operatori possono utilizzare raggiri per ottenere dati personali o addirittura pagamenti fraudolenti, ingannando il consumatore sul reale scopo della telefonata. Le ultime indagini delle autorità hanno evidenziato numerosi casi di questo tipo, soprattutto in ambiti come le forniture di luce, gas e servizi internet.
5) Minacce
Le minacce telefoniche da parte di call center, soprattutto quelli dedicati al recupero crediti, sono spesso percepite come intimidatorie ma raramente configurano un reato penalmente rilevante. Perché una minaccia sia sanzionabile, deve prospettare un danno ingiusto, credibile e dipendente dalla volontà diretta dell’operatore o dell’azienda. È importante sottolineare che i call center non hanno poteri esecutivi come pignoramenti, che spettano esclusivamente all’autorità giudiziaria.
Strumenti di difesa e tutela per il consumatore
Nonostante l’assenza di un sistema di protezione totalmente efficace, il consumatore ha a disposizione vari rimedi. Le segnalazioni all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali e all’Agcom sono strumenti utili per contrastare le pratiche scorrette.
Inoltre, è possibile bloccare le chiamate indesiderate attraverso servizi di blacklist e appositi filtri. La denuncia penale resta però un passo fondamentale in presenza di reati accertati, per tutelare i propri diritti e contrastare abusi più gravi.