
In questa città italiana non si pagano tasse: ecco perché si vogliono trasferire tutti - cittapaese.it
Un borgo tra le Alpi valtellinesi gode di uno status fiscale unico in Italia: esente dall’IVA, è diventato una meta turistica e commerciale di rilievo.
Nel panorama fiscale italiano, caratterizzato da un’imposizione tra le più alte d’Europa, c’è un luogo che rappresenta una vera eccezione. È Livigno, in provincia di Sondrio, conosciuta come la città italiana dove l’IVA non viene applicata. Una condizione che ha radici antiche e che ancora oggi rende questo borgo di montagna un punto di riferimento per chi cerca convenienza e natura. Non si tratta di un paradiso fiscale inventato ad hoc, ma di un privilegio storico che affonda le radici nei secoli e che ha saputo resistere ai cambiamenti politici e istituzionali.
Le origini storiche di uno status speciale
Il caso di Livigno è unico in Italia. La sua condizione di zona extradoganale risale ufficialmente al 1910, ma i primi riconoscimenti si trovano già nel XVI secolo. Allora, gli abitanti ottennero particolari deroghe per il transito delle merci, i pascoli e la manutenzione delle strade. L’isolamento geografico, aggravato dagli inverni rigidi e dalle difficoltà di collegamento, rese necessario questo trattamento. Per lunghi mesi, fino al 1952, Livigno rimase infatti raggiungibile solo dopo l’apertura del Passo del Foscagno, restando esclusa dal resto della valle durante la stagione fredda.

Queste condizioni portarono prima l’Impero austro-ungarico, poi il Regno d’Italia e successivamente la Comunità Economica Europea a confermare i benefici fiscali. Lo status di esenzione venne mantenuto proprio per compensare una marginalità che altrimenti avrebbe penalizzato fortemente la popolazione locale. Non a caso, anche Napoleone confermò tali agevolazioni, segno della loro importanza economica e strategica. Con il riconoscimento ufficiale della CEE negli anni Sessanta, la posizione di Livigno è stata definitivamente consolidata. L’esenzione dall’IVA è diventata parte integrante della sua identità, trasformando un borgo di montagna in una destinazione turistica e commerciale che oggi richiama migliaia di visitatori ogni anno.
I vantaggi concreti e il richiamo turistico
Camminare per le strade di Livigno significa percepire la differenza con altri centri alpini. Nei negozi, i prezzi risultano più bassi rispetto al resto del Paese, grazie all’esenzione dall’IVA. I turisti possono acquistare beni fino a un valore di 300 euro senza tasse, rispettando le franchigie doganali. Anche carburante e beni di prima necessità hanno costi inferiori, un vantaggio che negli anni ha contribuito a rendere Livigno un polo commerciale in grado di competere a livello europeo.
La città non si limita a essere un luogo dove fare shopping conveniente. È anche una meta apprezzata per lo sci, i percorsi escursionistici e le attività outdoor. Il paesaggio delle Alpi valtellinesi, unito ai privilegi fiscali, ha creato un mix raro che continua a richiamare visitatori da tutta Europa. Non a caso, Livigno è stata soprannominata la “città degli affari”, un titolo che sottolinea la sua doppia vocazione: località turistica di pregio e allo stesso tempo realtà economica con un regime speciale.
Oggi la sua fama supera i confini nazionali, rendendola un caso studiato non solo dagli esperti di turismo ma anche da chi analizza i sistemi fiscali particolari. La storia di Livigno dimostra come una condizione geografica difficile, trasformata in opportunità, possa generare benefici concreti sia per i residenti che per chi la visita. Il borgo valtellinese resta così un unicum italiano, una città dove le tasse non hanno mai trovato spazio e dove passato e presente continuano a convivere in modo sorprendente.