
Fisco, tutte queste cartelle esattoriali saranno cancellate nel 2026 - cittapaese.it
Dopo la rottamazione quinquies, l’esecutivo punta a un intervento straordinario per eliminare miliardi di cartelle non più riscuotibili, alleggerendo l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Il tema delle cartelle esattoriali torna al centro del dibattito politico. Non si parla più soltanto di rottamazione, ma di una possibile cancellazione automatica e definitiva per milioni di debiti che da anni pesano sugli archivi dello Stato. L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato sostenere i contribuenti che non hanno più la possibilità di pagare, dall’altro liberare l’Agenzia delle Entrate Riscossione da un carico ormai ingestibile, stimato in circa 400 miliardi di euro.
Il colpo di spugna alle cartelle esattoriali
Secondo le ultime analisi tecniche, oltre 9 milioni di italiani risultano iscritti a ruolo per debiti di varia natura, ma una parte consistente di queste cartelle viene ormai considerata inesigibile. Continuare a mantenerle in archivio genera costi elevati per lo Stato, sia per il personale dedicato sia per i tentativi di recupero che non portano a risultati concreti.

Il piano di governo prevede un vero e proprio colpo di spugna, con l’annullamento delle cartelle più datate o appartenenti a contribuenti nullatenenti, falliti, deceduti senza eredi o comunque non aggredibili con azioni di pignoramento. Non sarebbero invece coinvolti coloro che dispongono di redditi, pensioni, conti correnti o beni pignorabili, per i quali l’attività di riscossione resterebbe pienamente operativa. La misura potrebbe seguire lo schema già adottato in passato: fissare una data limite, oltre la quale tutte le cartelle vengono automaticamente cancellate. Si ipotizza che la soglia possa riguardare i debiti affidati all’agente della riscossione fino al 2010, lasciando in carico soltanto quelli più recenti e potenzialmente recuperabili.
Quali cartelle potrebbero sparire e come cambierebbe la riscossione
La relazione tecnica indica che la cancellazione interesserebbe le cartelle relative a debiti già affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione entro il 2024, con particolare attenzione a quelle più vecchie. In pratica, resterebbero solo i crediti con maggiori probabilità di incasso, consentendo all’ente di concentrare energie e risorse su pratiche realmente esigibili.
Il beneficio non sarebbe uniforme. Chi ha cartelle di importo basso e risalenti a molti anni fa potrebbe vederle annullate, mentre chi possiede posizioni più recenti continuerebbe a rientrare nel sistema di riscossione ordinaria. Un aspetto cruciale sarà definire i criteri di selezione: limitarsi ai casi di oggettiva impossibilità di recupero o estendere il provvedimento a una platea più ampia, includendo i debiti di piccola entità e di vecchia formazione. Secondo le stime, eliminare milioni di cartelle considerate ormai perse avrebbe un impatto immediato: da un lato ridurrebbe i costi burocratici, dall’altro restituirebbe un po’ di ossigeno a contribuenti da anni bloccati da pendenze mai risolvibili. L’effetto atteso è un sistema di riscossione più snello, capace di agire con maggiore rapidità e di recuperare in tempi utili i crediti realmente incassabili.