Dubai, regime fiscale agevolato e vantaggi per expat: tutte le tasse da conoscere
Negli ultimi due decenni, Dubai si è affermata come uno dei principali paradisi fiscali a livello globale, attirando un numero crescente di investitori e residenti stranieri grazie a un regime fiscale particolarmente vantaggioso e a una serie di politiche mirate a stimolare l’economia locale. In questo approfondimento analizziamo quanto si paga di tasse a Dubai, perché è così conveniente trasferirsi in questa città emiratina e quali aspetti fiscali e societari vanno considerati.
Dubai si distingue nel panorama internazionale per l’assenza di imposte sul reddito delle persone fisiche, un elemento che contribuisce in modo significativo alla sua attrattività. I salari, i redditi da capitale e le plusvalenze generate dai beni immobili non sono soggetti a tassazione locale, una condizione che rende la città un polo privilegiato per espatriati e imprenditori.
Le società a Dubai pagano un’imposta sul reddito con un’aliquota standard del 9%, ma solo a partire da redditi imponibili superiori a 375.000 Dirham (circa 86.000 euro). Inoltre, è applicata un’IVA al 5% sulla maggior parte dei beni e servizi, una misura introdotta negli ultimi anni che ha allineato gli Emirati Arabi Uniti agli standard internazionali senza intaccare la competitività fiscale complessiva.
Nel settore immobiliare, che rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia di Dubai, gli investitori devono corrispondere una tassa di trasferimento della proprietà pari al 4% solo al momento della vendita dell’immobile. Inoltre, esiste una tassa abitativa calcolata sul 5% dell’affitto medio annuo se l’immobile non è locato, o sul 5% dell’affitto percepito nel caso di locazione.
Un altro vantaggio fiscale di rilievo è la totale assenza di un registro pubblico delle proprietà immobiliari, che garantisce un elevato livello di riservatezza agli investitori stranieri. Le autorità fiscali estere non possono infatti accedere direttamente a queste informazioni, salvo in presenza di specifiche richieste formali.
Il governo di Dubai punta a una crescita demografica significativa, con l’obiettivo di raggiungere 5,8 milioni di abitanti entro il 2040. Questo ambizioso piano mira a rafforzare la forza lavoro interna e l’economia emiratina, incentivando l’arrivo di expat attraverso un pacchetto di vantaggi economici, fiscali e sociali.
Tra le agevolazioni più apprezzate vi è la cosiddetta “golden visa”, un permesso di soggiorno di 10 anni riservato a chi investe in proprietà immobiliari con un valore minimo di 2 milioni di dirham (circa 540.000 dollari). Questo strumento facilita la stabilizzazione a lungo termine di investitori e professionisti altamente qualificati, consolidando il flusso di capitali stranieri.
Dal 2000, Dubai ha esteso la possibilità di acquistare proprietà immobiliari anche ai cittadini stranieri, seppur limitatamente ad aree specifiche. Questa apertura ha generato un boom del settore immobiliare, con un aumento del patrimonio abitativo di oltre dieci volte in vent’anni, trainato dalla costruzione di nuove abitazioni e dallo sviluppo di aree esclusive come Palm Islands e Downtown Dubai.
Oltre al vantaggio fiscale, il clima soleggiato e le infrastrutture moderne, tra cui servizi sanitari di alto livello e strutture ricettive di lusso, rendono Dubai una meta ambita per chi desidera una qualità della vita elevata in un contesto cosmopolita.
Nonostante i numerosi vantaggi, è importante sottolineare alcune imposte e costi che i residenti e investitori devono sostenere a Dubai:
A livello sanitario, Dubai offre un sistema pubblico di ottima qualità, gratuito per i cittadini emiratini e accessibile agli expat dietro pagamento di una tessera sanitaria e tariffe per i servizi utilizzati. I costi elevati della sanità determinano la necessità per molti stranieri di stipulare un’assicurazione sanitaria privata completa.
Sul fronte immobiliare, la domanda elevata e la posizione strategica rendono gli alloggi costosi, un aspetto da considerare attentamente da chi decide di trasferirsi.
Fondata inizialmente come villaggio di pescatori nel XVIII secolo, Dubai ha saputo trasformarsi in pochi decenni in una metropoli globale, grazie a una strategia di sviluppo che ha incluso la creazione di zone franche, incentivi per le imprese e investimenti massicci nelle infrastrutture.
La scoperta del petrolio negli anni Sessanta ha rappresentato un motore di crescita, ma la diversificazione economica ha permesso a Dubai di ridurre la dipendenza da questa risorsa, investendo nel turismo, nell’immobiliare, nel commercio e nei servizi finanziari.
Oggi, con una popolazione di circa 3,7 milioni di abitanti e un PIL pro capite elevato, Dubai è considerata la “New York del Golfo Persico”, un centro nevralgico per affari e innovazione.