
Cosa succede se mangi spesso noodles e ramen - cittapaese.it
Ridurre il consumo di alimenti ultra-processati potrebbe contribuire significativamente a prevenire morti premature.
Un recente studio giapponese pubblicato sul Journal of Nutrition, Health and Aging ha acceso i riflettori sui possibili rischi legati al consumo frequente di ramen e noodles, piatti amatissimi a livello globale ma spesso sottovalutati dal punto di vista nutrizionale.
La ricerca ha coinvolto oltre 6.500 partecipanti monitorati per quattro anni e mezzo, evidenziando un legame significativo tra il consumo abituale di ramen e un aumento del rischio di morte prematura.
Il rischio associato al consumo frequente di ramen
Il ramen, tradizionale zuppa giapponese composta da noodles di grano sottili e un brodo ricco di sapore ma anche di sodio, viene spesso completato con ingredienti come carne di maiale, uova marinate, alghe e verdure. Tuttavia, le versioni più diffuse, soprattutto quelle istantanee, contengono quantità elevate di sale e grassi saturi, con un impatto nutrizionale decisamente limitato.

Lo studio ha suddiviso i partecipanti in base alla frequenza di consumo: da meno di una volta al mese a tre o più volte a settimana. I dati hanno mostrato che chi mangiava ramen almeno tre volte a settimana presentava un rischio maggiore di mortalità precoce, con un’incidenza più marcata tra gli uomini sotto i 70 anni. Su un totale di 145 decessi registrati nel periodo di osservazione, 100 erano attribuibili a tumori e 29 a patologie cardiache.
Il ruolo del sodio e degli stili di vita
Il principale fattore di rischio individuato è l’elevato contenuto di sodio nel brodo, il quale supera spesso le raccomandazioni giornaliere di assunzione di sale. L’eccesso di sodio è noto per essere correlato a ipertensione, ictus, malattie cardiovascolari e persino cancro gastrico. Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalla scarsità di fibre e micronutrienti presenti nel piatto, soprattutto nelle versioni industriali che includono anche additivi chimici.
Va sottolineato che i consumatori abituali di ramen tendevano spesso ad avere altri comportamenti poco salutari: fumavano, consumavano alcol e presentavano un indice di massa corporea più elevato. Questi fattori concomitanti complicano l’interpretazione del dato, che tuttavia suggerisce un’associazione importante tra dieta e salute.
Implicazioni per la dieta quotidiana e future ricerche
Pur essendo uno studio osservazionale, quindi incapace di stabilire un rapporto di causa-effetto diretto, il lavoro giapponese lancia un chiaro monito: un consumo eccessivo di ramen, specialmente nella versione istantanea e con brodo completamente ingerito, potrebbe compromettere la salute a lungo termine.
La ricerca invita a una maggiore consapevolezza nell’inserire questo piatto nella dieta, privilegiando alternative meno ricche di sodio e più equilibrate dal punto di vista nutrizionale. Nel frattempo, ulteriori studi saranno necessari per approfondire l’impatto del ramen sulla longevità e sulle malattie correlate.