
Bottiglie di plastica, quando le butti commetti sempre un grosso errore - cittapaese.it
Il corretto smaltimento delle bottiglie di plastica passa anche da un semplice gesto domestico: appiattirle sul lato lungo, e non accartocciarle, per agevolare il lavoro dei macchinari nei centri di selezione.
Ogni giorno ci troviamo a dover gettare bottiglie di plastica vuote. Sembrano tutte uguali e spesso le schiacciamo a caso, convinti che l’importante sia solo ridurne l’ingombro. In realtà non è così. Il modo in cui compattiamo questi contenitori incide direttamente sul processo di raccolta differenziata e sul corretto funzionamento dei macchinari che smistano i rifiuti nei centri di selezione. La regola è chiara: le bottiglie devono essere appiattite lungo il lato lungo, mai accartocciate.
Come vanno compattate le bottiglie di plastica
Quando si parla di bottiglie di plastica da smaltire, tutti sappiamo che non vanno gettate intere. Compattarle serve a ridurre il volume nei contenitori condominiali e nei cassonetti, così da ottimizzare spazio e trasporto. Ci sono però due modi diffusi di schiacciarle. Il primo, quello più comune, consiste nell’accartocciare la bottiglia su se stessa, torcendola per espellere l’aria e bloccandola con il tappo. È un metodo rapido, ma non adatto al riciclo industriale. La bottiglia accartocciata assume infatti una forma irregolare e raccolta che inganna i macchinari, rendendo più difficile l’identificazione del materiale.

Il secondo metodo è quello corretto: appiattire la bottiglia da stesa, mantenendo la sua lunghezza originaria come dimensione prevalente. Anche qui l’aria viene espulsa, ma la superficie rimane estesa e riconoscibile. Una volta schiacciata, va chiusa con il tappo, così che non si rigonfi. Questa forma piatta è quella che consente agli impianti di lettura ottica di distinguere più facilmente il materiale e indirizzarlo verso il percorso di riciclo appropriato. Oltre a migliorare la selezione, l’appiattimento agevola la movimentazione delle bottiglie sui nastri trasportatori degli impianti. Una bottiglia accartocciata tende a rotolare e a muoversi in modo irregolare, mentre una bottiglia piatta aderisce meglio e resta stabile durante tutte le fasi di lavorazione.
Perché l’appiattimento è fondamentale per il riciclo
Nei centri di selezione, le bottiglie di plastica passano sotto sofisticati detettori ottici. Questi strumenti analizzano la superficie del contenitore per riconoscerne la tipologia di polimero e il colore, così da separare correttamente le varie frazioni di plastica. Per funzionare hanno bisogno di un’area di lettura ampia e regolare: una bottiglia accartocciata riduce questa superficie e rischia di non essere individuata. La selezione non è un dettaglio. Esistono decine di tipi di plastica e non tutte vengono trattate nello stesso modo. Se il macchinario non riesce a riconoscere correttamente un contenitore, quel pezzo può finire nell’indifferenziato, compromettendo l’intero processo di riciclo. In pratica, un gesto sbagliato a casa può far perdere materiale utile a livello industriale.
Appiattire le bottiglie è utile anche per un altro motivo. Nei centri di trattamento, dopo la fase di riconoscimento ottico, entrano in funzione ugelli ad aria compressa che spostano i rifiuti da un nastro all’altro. Una bottiglia piatta, con una superficie maggiore, riceve una spinta più efficace ed è più facile da sollevare. Una bottiglia accartocciata, invece, è compatta e sfugge al getto d’aria, con il rischio di non essere smistata correttamente.
Negli ultimi anni sono comparsi anche gli eco-compattatori, macchinari installati in supermercati e spazi pubblici che raccolgono bottiglie già compattate e in alcuni casi premiano i cittadini con piccoli buoni o sconti. Anche in questo caso, per un conferimento corretto, la bottiglia va appiattita e richiusa col tappo. Il messaggio è semplice: ridurre il volume non basta. Serve ridurlo nel modo giusto. Solo così la bottiglia avrà davvero la possibilità di essere trasformata in nuova plastica riciclata, pronta per una seconda vita.