
Viterbo, Caffeina, il festival dell’inciucio, da Zingaretti ad Arena tutti corrono a difendere la “creatura politica” di Filippo Rossi, un “monopolio” di provincia senza regole
Dopo le solite lamentele infinite di Filippo Rossi sulla mancanza di fondi cronica per il suo festival, l’allontanamento da Viterbo ( sarà stato tattico, o tutt’al più causa di un litigio con Fratelli d’Italia) la rassegna Caffeina , diretta da un post-missino e cavalcata dalla sinistra viterbese e regionale (pensate come è ridotta, è costretta a mutuare format ideati originariamente dal meloniano Rotelli. Nicolini si rivolterà nella tomba), riesce sempre a restare a galla grazie ai buoni uffici del consigliere regionale Panunzi e del Presidente Zingaretti che continuano a concedere loro generosi finanziamenti ( per carità vinceranno anche tutti i concorsi possibili per merito e titoli).
Quello che è certo, però, è che la passerella di ieri con tutti i politici stracittadini viterbesi datisi appuntamento per apparire e sostenere la rassegna, la dice lunga sulla tracotanza e sulla miseria etica che vive la politica viterbese, ormai tutta riunitasi in un patto di non belligeranza che con la società e l’interesse comune non c’entra niente.
Il tutto strombazzato dall’house organ ufficiale della viterbesità meno evoluta e da testate un tempo illustri ora minime sia nella foliazione che nei contenuti.
Resterebbe da sapere se tutti i creditori di Caffeina sono stati pagati nel frattempo, anche se pare che in tuscia questo tipo di rispetto del lavoro altrui non sia contemplato.
(nella foto il caffeina magazine)
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