
Un letamaio di dilettantismo, cattiverie e squadrismo
E’ finita una campagna elettorale da provincia non solo ultradepressa, ma fuori dal mondo: a parte gli spettacolini da tv dei ragazzi, gli squadrismi nei confronti delle libere voci, il “voglioepossofare tutto anch’io” che caratterizza la società viterbese, abbiamo assistito a prove di forza da ras di quartiere, a schermaglie e accordi non sempre nitidi, ma solo sottotraccia, ad un deprimente campionario di uscite cafonal neanche divertenti.
Viterbo rifugge la professionalità, la sente come un’offesa, preferisce lo stato brado del dire e non dire e poi parlare alle spalle, dell’ipocrisia pelosa, dell’attacco indiretto o fatto a terzi perchè i secondi capiscano, insomma una società senza identità oltre il colpo basso, la trattativa al ribasso, il tengo famiglia, l’alimentarismo familista.
E quanta arretratezza si è vista in questa campagna elettorale, quanta poca speranza ha fatto nascere negli spiriti liberi, questa parata di lacchè senza dignità.
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