Lepore: “Il Pd cambi nome, aggiungiamo la parola ‘lavoro’”
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Il Pd cambi nome e diventi “Partito Democratico e del Lavoro”. A lanciare la proposta di una svolta in senso laburista dei dem è il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, prima con una lettera al quotidiano ‘La Repubblica’ e poi con un intervento pubblicato questa mattina sui social. “Avanzo questa idea come contributo alla discussione costituente e congressuale- spiega Lepore- augurandomi possa essere colta trasversalmente dai candidati e dalle candidate, dalla platea che sarà chiamata a discutere la nuova carta dei valori e lo statuto”.
Secondo Lepore, “affiancare al concetto di democrazia quello del lavoro significherebbe meglio determinare cosa gli elettori e le elettrici debbano aspettarsi dalla nostra comunità politica”. Per il sindaco di Bologna, del resto, “indicare il punto di vista della democrazia e del lavoro come prevalenti significa molte cose per un partito. Per prima cosa ne determina il posizionamento, chiarisce dove si colloca nelle alleanze internazionali tanto quanto nel rapporto con la cittadinanza”.
Ad oggi, peraltro, in Parlamento “nessun gruppo politico si richiama esplicitamente ai temi del lavoro e della democrazia- sottolinea Lepore- mentre ne avremmo un estremo bisogno. Al contrario, il Pd ha progressivamente depauperato il proprio patrimonio di fiducia, relazioni e consenso con il vasto mondo del lavoro in tutte le sue forme. Siamo sinceri, qualcosa si è rotto qualche anno fa, fino ad arrivare a smarrire quasi completamente un’agenda economica e sociale condivisa e riconoscibile a livello nazionale”. Per questo, insiste il sindaco di Bologna, “è ora di riprendere un sentiero interrotto per recuperare l’astensionismo e il distacco dagli ideali della sinistra“.