
Vae victis. Considerato che molti candidati, tra vincenti e perdenti, alle ultime elezioni comunali viterbesi provengono dall’elitario liceo classico Mariano Buratti o dal più nazional-popolare liceo scientifico Paolo Ruffini, non crediamo ci sia bisogno di tradurre in italiano questa espressione latina. Chi non ha avuto la fortuna di frequentare le mitologiche “scuole alte”, si arrangi come può con i motori di ricerca internettiani.
Victae et victi, il catalogo è questo.
Partito Democratico. Tra chi vince, ossia conquista uno scranno a Palazzo dei Priori, e chi perde, ossia ritorna al proprio lavoro, pensione o salario di regime, in fondo non c’è molta differenza. Certo, una cosa è passare un lungo lustro in un elegante ufficio assessorile e un’altra è passarlo, specie se assessore lo sei stato e lo sei tuttora, accanto al logorroico, tedioso e narcisista Alvaro Ricci. Consigliata l’istituzione dello psicologo (in viterbicul language pisicologo) convenzionato con i gruppi consiliari.
Campo largo (dei trombati). E’ dura, anzi durissima ritornare alla propria e poco gratificante occupazione, soprattutto se tua moglie o la tua compagna si pavoneggiano con i galloni di assessore in qualche borgo della provincia o sono paladine del bene e fortunate vincitrici di cospicui bandi regionali. In casi come questi, non è da sottovalutare l’arruolamento nella Legione Straniera. Diverso, invece, è lo spirito di chi, pur non poggiando più le terga sulla cadrega assessorile, può sempre vantarsi con gli amici del bar dello sport di essere stato definito dal più illustre webgazzettino stra-local “Mister Preferenze”. Evitare di raccontare continuamente ai nipoti questo aneddoto. “Ancora ‘sta storia di “Mister Preferenze”? Ecchepalle!”. E’ un autentico caso umano, infine, quello del famoso campione mondiale di scopetta, in quasi trent’anni passato senza alcun merito, se non la fedeltà canina, da una poltrona all’altra, per poi essere disarcionato, dai suoi stessi amici e alleati, dal laticlavio sindacale che considerava una specie di investitura dinastico-familiare. Consigliato un salutare ritorno all’infanzia, evitando però giochi troppo pericolosi e dispendiosi.
S’odono a destra gli squilli dei trombati… E ora, di tutte quelle foto di ex sindaci, ex assessori, ex consiglieri di lungo corso, ex politicanti di centro-destra, cosa ne facciamo, un falò, sia pure virtuale? Di questo passo, si corre il rischio di proclamare una famigerata Repubblica (stra-local) di Falò. Meglio evitare, con tutti questi impavidi antifa imbrattavetrine in circolazione. In casi (tragici) come questi, un’espressione biblica è molto più efficace di quella citata in latino: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. I cinque consiglieri di centro-destra sopravvissuti alle trombature riusciranno senz’altro a sobbarcarsi questa lugubre impresa.
Trombati di tutte le liste… Per carità, non unitevi! Anzi, la prossima volta pensateci molto bene prima di accettare o rifiutare una candidatura. Qualcuno che ne ha l’autorità potrebbe infatti chiedervi perché avete accettato o rifiutato. Domande e risposte imbarazzanti. E non solo per voi. Consiglio da amico: la prossima volta, semmai ci sarà, rifiutate le allettanti proposte elettorali con la scusa dell’incompatibilità con la vostra iscrizione al circolo bocciofilo.
(Enrico Potter)
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