
Una città in crisi: chiude anche l’edicola di Piazza della Rocca, i viterbesi se possono vanno via, cade il mito dell’appartenenza
Però sono tanti piccoli colpi al cuore, non lo si può negare: ora anche l’edicola di Piazza della Rocca ( lo scrive tusciaup) chiude, anzi ha già chiuso. E va bene i giornali on line, e va bene la crisi, ma in una piazza come quella un’edicola non dovrebbe chiudere, è un luogo troppo noto e frequentato per non essere di seppur minima garanzia per un commerciante. Qui non si tratta di un caso isolato, qui siamo alla crisi di sistema, del sistema Viterbo: una città incolore che ha perso anche la voglia di leggere, dopo quella di divertirsi, di passeggiare per il centro storico, di riunirsi nelle piazze e di godersi la vita. La disoccupazione record su cui nessuna istituzione o privata imprenditoria interviene, i comitati di affari che spolpano quel poco che è rimasto, e quella rassegnazione che ormai sembra essere entrata nelle vene dei cittadini. E poi si va verso le comunali e non capita di ascoltare un’idea che sia una che possa servire realmente alla collettività e non a gruppi singoli di potere, il naufragio di ogni senso di bene comune, di ogni slancio creativo. Ed ora la cartella “vendesi” che campeggia anche sulla storica edicola di Piazza del Teatro: una città triste e malinconica sempre più, e sono gli stessi viterbesi di nascita ad abbandonarla ora sempre più numerosi.
(pasquale bottone)
foto tusciaup
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